INGORGO: QUANDO L’ALLATTAMENTO AL SENO SI COMPLICA

Lo scrittore Carlo Gonzales definisce l’allattamento al seno come un dono per tutta la vita.

Come ostetrica e consulente allattamento IBCLC non potrei definirlo in modo migliore ma ciononostante non per tutte le mamme è un momento naturale e semplice fin dall’inizio: si fanno i conti con tanta stanchezza, ci sono ritmi nuovi, la produzione di latte è ancora in fase di calibrazione, e talvolta possono esserci dolore, ragadi oppure ingorghi.

Secondo un recente studio intorno al 65-75% delle mamme che allattano sperimentano un ingorgo durante l’allattamento, molto più spesso nelle prime settimane.

COME SI PRESENTA UN INGORGO MAMMARIO?

Segni di un ingorgo mammario sono un seno teso, duro, gonfio, arrossato, con difficoltà al flusso del latte, calore e dolore pulsante che può estendersi fino a sotto l’ascella: può interessare uno o entrambi i seni a seconda del modo in cui poppa il bambino e può essere accompagnato o meno da febbre moderata < 38,5°C. 

QUALI CAUSE E FATTORI DI RISCHIO?

Possono esserci varie cause e fattori di rischio, in tutti questi casi l’ingorgo mammario è sempre il risultato di un drenaggio inadeguato del seno:

  • Attacco scorretto/non ottimale al seno, suzione debole o scoordinata che porta ad una rimozione inefficace del latte;
  • Allattamento ad orario con poppate poco frequenti o frequenza e durata delle poppate programmate: fare un allattamento a richiesta seguendo i segnali di fame del bambino espone ad un rischio minore di ingorgo soprattutto nelle prime settimane di allattamento;
  • Poppate saltate;
  • Separazione mamma-bambino per rientro a lavoro o altre necessità;
  • Iperproduzione di latte o alta velocità di sintesi del latte;
  • Piccole dimensioni del seno (ad eccezione di seni tubolari o ipoplastici): contrariamente alla credenza popolare, avere un seno piccolo non limita la produzione del latte, ma può influenzare la capacità di immagazzinamento del latte e i ritmi delle poppate;
  • Svezzamento rapido che non permette al seno di ricalibrare gradualmente la produzione di latte con l’introduzione dell’alimentazione complementare;
  • Pressione eccessiva sul seno da parte di indumenti o reggiseni troppo stretti o con ferretto;
  • Presenza di una perla di latte: si tratta di una vescichetta bianca sul capezzolo ripiena di latte, che va ad ostruire lo sbocco di un dotto lattifero;
  • Integrazioni di latte artificiale in assenza di indicazioni;
  • Utilizzo di tiralatte in assenza di indicazioni che può portare ad un’iperstimolazione del seno;
  • Protesi mammarie che possono ridurre la capacità di immagazzinamento di latte nel seno.

QUALI RIMEDI?

È importantissima un’attenzione immediata a qualsiasi segno di stasi del latte, poiché un trattamento precoce dell’ingorgo previene possibili complicanze come:

  • Dolore ai capezzoli e comparsa di ragadi: se il seno è troppo teso e pieno il tessuto periareolare è più rigido, il capezzolo protrude meno e l’attacco al seno può risultare più superficiale;
  • Maggior rischio di mastite, se l’inadeguato drenaggio di latte non si risolve nell’arco di 24-48 ore;
  • Riduzione della produzione di latte poiché in caso di seno ingorgato una piccola proteina contenuta nel latte chiamata FIL (Fattore di Inibizione della Lattazione) inibisce gli alveoli mammari dal produrre più latte.

L’obiettivo fondamentale è favorire un drenaggio ottimale del seno: come dico sempre alle mamme che incontro, non smettete improvvisamente di allattare in caso di un ingorgo!

  • Controlla e correggi se necessario l’attacco del tuo bimbo al seno con l’aiuto di un’ostetrica o una consulente allattamento IBCLC;
  • Aumenta la frequenza delle poppate e alterna le posizioni per allattare il tuo bimbo in modo da drenare tutte le parti del seno;
  • Fai impacchi caldi con doccia o borsa dell’acqua calda sul seno e massaggia le parti più tese e dure per ammorbidire il seno prima delle poppate;
  • Fai spremitura manuale del seno se è troppo pieno subito prima della poppata oppure aiutati con la tecnica della pressione inversa in modo da ammorbidire il tessuto periareolare e favorire un attacco corretto e non superficiale;
  • Fai spremitura manuale o drena il seno con un tiralatte se senti il seno ancora pieno dopo la poppata;
  • Applica del ghiaccio per un effetto antinfiammatorio e analgesico dopo la poppata o l’estrazione con tiralatte/spremitura manuale: alcuni studi suggeriscono l’applicazione di foglie di cavolo verza fredde direttamente sul seno oppure impacchi di argilla verde ventilata per ridurre gonfiore e dolore
  • Attenziona un utilizzo prolungato di paracapezzoli o conchiglie raccoglilatte;
  • Consulta sempre un professionista prima di assumere farmaci: paracetamolo e ibuprofene sono antinfiammatori compatibili in allattamento in assenza di allergie al principio attivo;
  • Last but not least cura riposo, idratazione e alimentazione, poiché stress e affaticamento materni possono contribuire ad ingorghi o dotti ostruiti ricorrenti.


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